Vorrei salutare oggi, giorno del papà, tutti i genitori, tutti i papà: vi saluto di cuore! Vediamo: ci sono alcuni papà in piazza? Alzate la mano, i papà! Ma, quanti papà! Auguri, auguri nel vostro giorno!. Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Vicini, eh? Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come San Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino. Educatori! E camminate con loro. E da questa vicinanza, siate veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli».
Alcuni di noi hanno perso il papà, se n’è andato, il Signore lo ha chiamato: tanti che sono in piazza non hanno il papà adesso. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi. Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita in sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età, che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha “allevato”, preoccupandosi che non gli mancasse il
necessario per un sano sviluppo. Si è preso cura dell’educazione di Gesù, quella della sapienza. Dice la Scrittura che il principio della sapienza è il timore del Signore». Sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio. Cari fratelli e sorelle, la missione di san Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre».
San Giuseppe è il modello di ogni educatore e di ogni fedele, perché ha saputo attraversare il buio del dubbio, l’esperienza dell’esilio e della fuga da casa senza perdere mai la fiducia in Dio e nel suo amore. Imparate da lui che solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in fiducia, il male in bene, il buio totale della notte in alba radiosa».
Qui il discorso integrale del papa Francesco all’udienza di oggi, 19 marzo 2014
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