di Gilberto Borghi per www.vinonuovo.it
In tutte le scuole che si rispettino c’è sempre una sezione migliore e una peggiore. Una in cui, se hai la fortuna di capitarci, hai più stimoli, meno confusione in classe, più sostegno degli insegnanti. E un’altra invece in cui la sorte sembra accanirsi contro ogni desiderio di studio degli studenti. Anche se è troppo presto per dirlo, quest’anno sembra che le cose siano rovesciate. La prima della sezione tradizionalmente peggiore è migliore dell’altra. (Facciamo tutti gli scongiuri e tocchiamo tutto quello che va toccato…).
Oltre che dai miei colleghi in consiglio di classe, la conferma mi è arrivata sul “campo”. Mentre si lavora sull’aldilà le domande arrivano a cascata. E si concentrano soprattutto sul senso dell’inferno. “Ma prof. mica è giusto però che Dio mantenga in vita i cattivi; sarebbe meglio se i buoni vivono felici e i cattivi non vivono proprio per niente”. Alessia si è dichiarata atea, a favore dell’idea che di là non c’è nulla. E ora trova tutte le apparenti contraddizioni per dirsi che la prospettiva cristiana non è coerente. “Beh, delle volte – ribatte Loris – io penso che invece sia giusto così, che Dio punisca i cattivi. Qua hanno fatto quello che gli pareva, fregandosene del male che facevano alle persone e di là è giusto che paghino!”
“Ma ti sembra che se Dio è buono possa punire i cattivi? – dichiara Giulia, che già alla seconda lezione sembra decisa ad affermare la sua fede”. “Ecco appunto, prof. – riprende Alessia – se Dio fosse buono come dice la Chiesa perchè dovrebbe punire i cattivi?”. “Ma non credo che Dio li punisca – provo a dire io – è una scelta che fanno loro di mettersi contro Dio. Essere cattivi è questo in fondo, mettersi contro Dio. Credo che Dio ami anche i cattivi, ma sono loro che non vogliono farsi amare da Dio”. “Beh allora – prosegue Alessia – se Dio è buono non è giusto, perchè se uno ha rubato e ucciso mica sarebbe giusto che continui a vivere. Dovrebbe semplicemente scomparire! E invece Dio li mantiene in vita. Come mai?”.
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