di Luigi Accattoli per Il corriere della sera
Passerà alla storia come un Pontificato legato a doppio filo a quello del predecessore, con il quale il cardinale Ratzinger aveva collaborato per 23 anni e che da Papa ha rapidamente proclamato beato (1° maggio del 2011). E’ stato uno scrupoloso continuatore del predecessore in tutte le principali scelte di governo e di predicazione, ma con tre correzioni principali: maggiore attenzione alla tradizione e alla dottrina, spinta alla moralizzazione interna, minore intervento nei problemi sociali e internazionali.
Non ha fatto riforme di portata generale ma ha svolto un magistero dottrinale di grande rilievo, ponendo al centro di esso la figura di Gesù e il problema della fede. Non si potrà dimenticare che la sua prima enciclica era intitolata Deus Caritas Est (“Dio è amore”) e l’ultima sua iniziativa è stata l’indizione di un “anno della fede”, che sarà concluso del successore il prossimo autunno.
Fu eletto il 19 aprile del 2005 da un Conclave rapidissimo, di soli quattro scrutini, dominato – pare – dall’interrogativo su chi potesse prendere sulle sue spalle l’impressionante eredità di Giovanni Paolo II. Già dalla scelta del nome si intuì che voleva fuoriuscire dalla sequenza dei Papi conciliari (Giovanni, Paolo e i due Giovanni Paolo) ma senza inserirsi in quella dei Papi di nome Pio, come a smarcarsi sia da chi lo volesse ascrivere alla filiera continuista, sia da chi si fosse aspettato che la potesse contestare.
Continua a leggere qui http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=10757
Rispondi