(partecipanti alla Settimana Sociale di Torino)
Speranza e futuro: per uscire allo scoperto, nell’Italia di oggi, con un simile binomio, ci vuole un notevole coraggio. Se poi è la famiglia il soggetto che viene individuato come snodo fondamentale perché la nostra disastrata società ritrovi lo slancio per risollevarsi dalla crisi drammatica che sta vivendo, e ripartire a costruire un futuro migliore, il coraggio sembrerebbe rasentare l’azzardo, o addirittura la follia.
Eppure, è ciò che hanno fatto gli organizzatori e gli oltre mille partecipanti alla 47ª Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Torino dal 12 al 15 settembre, fin dal titolo, che recitava “La famiglia: speranza e futuro della società italiana”.
Si è partiti dall’analisi impietosa delle conseguenze sociali e demografiche che sono derivate dall’aver lasciato la famiglia sostanzialmente abbandonata a se
stessa, senza che la politica si facesse carico in modo continuativo, promozionale, organico dei riconoscimenti e dei sostegni che la stessa Costituzione italiana prevedeva (e prevede tuttora).
Non ci è fermati però alla sterile denuncia o alla rabbiosa protesta: sono invece scaturite riflessioni, proposte, appelli comunque rivolti al futuro.
“Grado zero di nostalgia”, ha affermato il professor Luca Diotallevi nelle conclusioni dei lavori; massimo impegno, piuttosto, per un’azione collettiva che non potrà non avere anche un “inequivocabile profilo politico”.
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