di Luigi Accattoli
Pubblicato come fondo dal Corriere della Sera il 12 marzo 2013 a pagina 1 con il titolo “Lo spirito dei tempi. La scelta moderna della Chiesa”
Extra Omnes: escano tutti i non elettori. Secondo un rituale in uso da secoli, il Maestro delle Cerimonie alle 17,30 di oggi intimerà l’uscita dalla Cappella Sistina a quanti non sono cardinali elettori. Poco dopo si svolgerà la prima votazione del Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI: la Chiesa Cattolica ha davanti a sé una pagina bianca. Questa famiglia di aderenti a un Credo – la più antica e vasta sul pianeta – osa ancora affidare la propria guida a un’unica persona che sola è autorizzata a parlare e ad agire a nome di tutti.
Il momento sensibile di svolta – o di conferma – nella linea di governo di questa famiglia è il cambio del Pontificato. Lo è sempre e stavolta di più per tre motivi che vengono a sommarsi: il fatto inedito in epoca moderna di un Papa che rinuncia, la situazione conclamata di “crisi della Chiesa e della fede in Europa” (parole di Benedetto XVI), la chiusura del ciclo dei Papi del Concilio che già di suo apre a nuove prospettive.
Cinquant’anni fa Giovanni XXIII convocò il Vaticano II, Paolo VI lo portò a conclusione e ne guidò la prima applicazione, i Papi che si diedero il nome di Giovanni Paolo e poi di Benedetto continuarono in quell’impresa, avendone assimilato il gene riformatore nell’aula conciliare: Ratzinger che non fu un “padre” del Concilio vi aveva però partecipato come “perito”. Il prossimo Papa non apparterrà più a questa filiera generazionale.
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