E’ il compito della catechesi nella Nuova Evangelizzazione. Lo afferma Luciano Meddi in un interessante articolo del suo blog www.lucianomeddi.eu
La chiesa italiana sta progressivamente adeguando il suo “dispositivo formativo” ai nuovi contesti sociali ed ecclesiali. Forse si concluderà con una rilettura o riscrittura del DB Il rinnovamento della catechesi. Questa ricerca si
colloca dopo la pubblicazione del documento “Annuncio e Catechesi” del 2010 presentato quasi come sintesi del decennio “comunicare la fede in un mondo che cambia” (2001) ma anche nell’imminenza del Sinodo per la NE (2012) […]
Molti indicatori fanno concludere che la motivazione che spinge l’episcopato ad una tale ridefinizione del compito catechistico sia la preoccupazione della progressiva “scristianizzazione” dell’Italia e che questo sia dovuto alla “incapacità” dei credenti di cogliere il pericolo di relativismo insito nelle forme culturali contemporanee. Se questa analisi è vera per alcune situazioni e può essere presa come “sfida” pastorale prioritaria, non credo si possa, tuttavia, estenderla all’intera situazione della religione e del cristianesimo nel nostro contesto. Rimango nell’idea che la analisi più profonda sulla situazione del cristianesimo in contesti “europei” sia quella delineata negli anni ’60 ed espressa con i termini “mentalità di fede” e “dissociazione fede e vita” […]
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La Chiesa è sempre stata molto prudente nel compiere passi, tanto che tempo fa qualcuno affermava che essa avesse i piedi di piombo. In un periodo storico in cui tutto “vola”, fa piacere leggere che la Chiesa abbia il “passo un po’ più leggero”: L’ideale sarebbe che, invece di seguire i tempi, li “precedesse”, ma per il momento va bene così.