Voci dal sinodo, stile, laici, giustizia


Il sito www.vinonuovo.it ci propone le sintesi di tre interventi al Sinodo dei vescovi sull’evangelizzazione. Mons. Tagle, filippino, sullo stile del cristiano, il card. Meisner, tedesco, sui laici, mons. Lapierre, canadese, sui problemi dell’economia e della giustizia.

«Anche l’umiltà, il rispetto e il silenzio sono evangelizzazione»

Mons. Luis Antonio G. TAGLE, arcivescovo di Manila (Filippine)

Una ragazza ha chiesto: “Siamo noi giovani che ci siamo persi o è la Chiesa ad averci perduti?”. La sua domanda esprime il desiderio di una Chiesa in cui Gesù possa trovarla e i cui lei possa trovare lui. Ma per poter essere lo “spazio” per un incontro di fede con il Signore, la Chiesa deve imparare di nuovo da Gesù, nel quale incontriamo Dio.
La Chiesa deve imparare l’umiltà da Gesù. La forza e la potenza di Dio appaiono nello svuotamento di sé del Figlio, nell’amore che viene crocifisso ma che salva davvero perché viene svuotato di sé per gli altri.
La Chiesa è chiamata a imitare il rispetto di Gesù per ogni persona umana. Egli ha difeso la dignità di tutti, in particolare di quanti sono trascurati e disprezzati dal mondo. Amando i suoi nemici, egli ha affermato la loro dignità.
La Chiesa deve scoprire la forza del silenzio. Confrontata con il dolore, con i dubbi e con le incertezze delle persone, non può fingere di offrire soluzioni semplici. In Gesù il silenzio diventa la via dell’ascolto attento, della compassione e della preghiera. È la via verso la verità.
Le società in apparenza indifferenti e prive di obiettivi del presente stanno davvero cercando Dio. L’umiltà, il rispetto e il silenzio della Chiesa potrebbero rivelare in modo più chiaro il volto di Dio in Gesù. Il mondo trae gioia dal semplice fatto che testimoniamo Gesù, mite e umile di cuore.

«Quei cristiani felici di non essere interrogati»

Cardinale Joachim MEISNER, arcivescovo di Köln (Germania)

È nella natura della fede, che essa si diffonda e che voglia essere trasmessa. Gli Atti degli Apostoli ce lo mostrano nella persona di Filippo, che lo Spirito di Dio conduce da Gerusalemme sulla via di Gaza (cfr. At 8, 26-40). Egli incontra un funzionario della regina di Etiopia, che seduto su un carro, studia un testo di Isaia, avuto da un commerciante di materiale religioso nei pressi del tempio. Filippo chiede al distinto signore se egli capisca ciò che sta leggendo. La risposta la conosciamo: “E come potrei capire, se nessuno mi guida?” (At 8, 31). Filippo sale sul carro, gli spiega la scrittura e dopo un po’ il funzionario ferma il carro e si fa battezzare in un ruscello che scorre lì vicino. Qui si fa evidente una Chiesa in cammino, che va lungo le strade e pone interrogativi agli uomini.
Oggi la maggior parte dei cristiani è felice se nessuno pone loro degli interrogativi. Su cinque uomini, che possiamo incontrare nella nostra vita quotidiana, tre stanno percorrendo lo stesso cammino del funzionario etiopico, ovvero stanno rientrando dopo aver vissuto un momento di socializzazione religiosa nella loro vita presente. Portano con sé informazioni sul senso della propria vita dal loro passato, limitandosi a leggerle tristemente, senza comprendere cosa abbiano a che vedere con la loro vita. Hanno anche comprato un frammento di messaggio biblico, proprio come il viaggiatore aveva acquistato il passo di Isaia, ma non hanno nessuno a guidarli, nessuno che getti un ponte tra la parola della fede e la loro vita quotidiana. Per molti contemporanei, evidentemente, fa parte della modernità il non essere affatto interessati alle questioni religiose.
Ma in verità, almeno in Europa, gran parte degli uomini sono alle prese con interrogativi e non sanno o non ammettono che si tratta di interrogativi religiosi. Perciò è la strada delle nostre città e dei nostri villaggi il luogo della diffusione della fede. E non è necessario l’impegno di un cristianesimo di professione per ubbidire alla chiamata di Dio. Percorrere un piccolo tratto di strada insieme può significare tanto; può addirittura significare tutto, come vediamo con Filippo. Spesso non ci lasciamo coinvolgere dai problemi di un’altra persona, perché temiamo di doverli risolvere al posto suo. Forse però essa ha solo bisogno di ascolto, di condivisione dei propri pensieri e di un atto benefico di qualcuno che si mette nei suoi panni, che sale sul carro della sua vita e prende sul serio i suoi interrogativi. Ciò significa partire e riflettere dal luogo in cui si trova l’altro. Per testimoniare Gesù Cristo non serve in primo luogo una cristologia completa e approvata dalla Chiesa, bensì qualcosa di molto più importante: una corrispondenza nella propria esistenza anche se una sola e piccolissima. È comunque importante!
In molte comunità spirituali esistono questi testimoni della fede. Essi sono necessari per portare il Vangelo nel presente.

«La crisi economica di oggi, luogo da evangelizzare»

Mons. François LAPIERRE, vescovo di Saint-Hyacinthe (Canada)

Il numero 130 dell’Instrumentum laboris afferma che “La dottrina sociale della Chiesa è annuncio e testimonianza di fede. È strumento e luogo imprescindibile di educazione ad essa”.
L’Instrumentum laboris è molto ricco ma allo stesso tempo piuttosto vago nel trattare il rapporto tra la Nuova Evangelizzazione e la dottrina sociale della Chiesa. Il legame intimo che esiste tra l’annuncio del Vangelo e il servizio della Giustizia e della Pace non mi sembra abbastanza approfondito.
Questa situazione rischia di far apparire la Nuova Evangelizzazione come una risposta ai problemi interni della Chiesa e non come un contributo unico allo sviluppo della giustizia e della pace nel mondo.
La crisi economica attuale ci fa scoprire come l’avidità e la cupidigia hanno spezzato delle relazioni di senso scindendo l’economia dalla sua dimensione sociale nella vita umana.
Queste relazioni possono essere ritrovate solo tramite l’amore, la fraternità e l’amicizia che devono esprimersi non solo nei rapporti interpersonali, ma anche nella vita economica e commerciale, come sottolinea perfettamente la lettera del papa Benedetto XVI, Caritas in Veritate.
In questo contesto, è importante che la Chiesa appaia come una fraternità, un corpo, il Corpo di Cristo. La comunità è già un annuncio del Vangelo di Dio.
Nell’iniziazione cristiana separiamo spesso l’amore dalla giustizia, il cammino della fede dalle realtà sociali e politiche. Occorre una cultura della solidarietà.
I grandi missionari, attraverso i secoli, hanno saputo unire l’annuncio coraggioso del Vangelo di Cristo e l’impegno a favore dei poveri. I loro gesti spesso sono stati più eloquenti delle loro parole.


Scopri di più da Pietroalviti's Weblog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

PHILOSOPHICA - THEOLOGICA - HISTORICA

Argomenti vari di natura filosofica e teologica, ma non solo. A cura di Lorenzo Cortesi.

AcFrosinone

Cittadini degni del vangelo

gianfrancopasquino

QualcosaCheSo

Spazio Libero

Blog di Informazione, Cultura, Scienza, Tempo Libero

OpinioniWeb-XYZ

Opinioni consapevoli per districarci nel marasma delle mezze verità quotidiane!

Damiano Pizzuti

Salute, società, notizie

Marisa Moles's Weblog

Le idee migliori sono proprietà di tutti (Seneca)

Mille e più incantesimi

Claudio Baglioni: Poesia in musica

Insegnanti 2.0

Insegnare nell'era digitale

seiletteresulpolso

«Passerò come una nuvola sulle onde.» Virginia Woolf

Centri Informagiovani Ciociaria

Una risorsa per i giovani. Un riferimento per i territori

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Cesidio Vano Blog

“L'insuccesso mi ha dato alla testa!”

Bibliostoria @ La Statale

Risorse web per la storia, novità ed eventi della Biblioteca di Scienze della storia e della documentazione storica, Università degli Studi di Milano

virgoletteblog

non solo notizie e attualità

polypinasadventure

If you can take it, you can make it!