Sono davvero contento di potervi incontrare. Ho ricevuto moltissime lettere in risposta alla mia di inizio anno scolastico. Vi ringrazio delle parole di amicizia e di gratitudine che mi avete rivolto. Ho apprezzato la sincerità delle vostre parole, che manifestano le difficoltà, i problemi, ma anche le attese e le speranze che nutrite per la vostra vita. Così mons. Spreafico si è presentato nei tre incontri con i giovani che hanno visto il vescovo di Frosinone confrontarsi a viso aperto con gli adolescenti della nostra terra: a Veroli, a Frosinone, a Ceccano un fuoco di fila di domande hanno dato vita ad un dialogo a volte aspro, ma sicuramente libero e sincero, come mons. Spreafico aveva chiesto ai giovani di fare nella lettera loro inviata all’inizio dell’anno scolastico.
Siamo in un tempo difficile, ma non bisogna accettare la logica di chi si abitua a lamentarsi e ad incolpare gli altri di tutto quello che non funziona o tanto meno della crisi che ci attanaglia e da cui sembra difficile uscire. Purtroppo abbiamo accettato un modello di società che non possiamo più sostenere, perché non si può vivere solo per avere, per consumare, esibire se stessi, la propria ricchezza, forza, bellezza, furbizia I tempi difficili sono emersi negli interventi di tanti giovani che hanno chiesto al vescovo che cosa fare per affrontare la crisi della famiglia, quella dei valori; e poi le questioni dell’omosessualità e della pedofilia, della ricchezza della chiesa, delle scelte personali nella vita sociale.
Tanti di voi mi hanno detto di condividere il titolo di quella mostra di pittura di disabili: “Abbasso il grigio”. Sì, abbasso un mondo di gente che accetta tutto come se fosse uguale e normale, anche la violenza, l’indifferenza di fronte al dolore e alle ingiustizie, la morte di qualcuno o la sofferenza come se non lo toccasse.
A Ceccano il vescovo ha incontrato i giovani al teatro Antares di fronte al cui ingresso qualche giorno prima si era suicidato un giovane di 21 anni, Elis Lushi. In quell’occasione il vescovo ha sollecitato i ragazzi a guardare con attenzione ciò che accade loro intorno per evitare di vivere come se non esistesse il male, cercando piccole soddisfazioni o momenti di divertimento o lo sballo di una sera o l’esibizionismo di un gesto quasi per riempire un vuoto spirituale e una mancanza di felicità e per evitare di riflettere anche davanti alle avversità della vita. Non si può vivere solo angosciati o preoccupati di se stessi. Siamo insieme e dobbiamo imparare a vivere insieme, rispettandoci e aiutandoci, altrimenti la nostra società si imbarbarisce e si disumanizza.
I tre incontri, organizzati dall’Ufficio scuola della diocesi hanno trovato accoglienza nelle scuole che hanno visto un’opportunità per l’educazione alla legalità delle giovani generazioni, di cui tanto c’è bisogno. Non basta denunciare o rimanere scandalizzati, bisogno costruire un modo di vivere alternativo, un mondo migliore, più umano, più rispettoso e solidale, soprattutto con i più deboli e bisognosi di aiuto. Gesù una volta disse una frase molto bella, che non è riportata nei Vangeli, ma negli atti degli Apostoli: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Provate anche a voi a
vivere così e vedrete che sarete contenti. In una società mercato, dove tutto si calcola, si compra e si vende, talvolta persino l’amore, la gratuità dell’amore cristiano è una domanda e una sfida da accogliere e da provare a vivere. In ognuno dei tre incontri il vescovo ha invitato i ragazzi ad impegnarsi anche nel mondo del volontariato per trasformare i loro ideali in concreto aiuto per la gente. Gli studenti hanno apprezzato la franchezza di mons. Spreafico, ringraziandolo di averci voluto mettere la faccia e di non aver avuto alcuna remora a rispondere anche alle domande più complesse.
Qui le foto dell’incontro di Ceccano
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