Napolitano a Palermo ha lanciato un forte appello ai giovani: “Scendete al più presto in campo – ha detto – per rinnovare la società e la politica”. “Scendete al più presto in campo, aprendo porte e finestre se vi si vuole tenere fuori, per rinnovare la politica e la società. L’Italia ne ha bisogno, l’Italia ve ne sarà grata”. Così, commosso, Giorgio Napolitano ha chiuso tra gli applausi il suo intervento nell’aula bunker a Palermo. “Non escludo un ritorno allo stragismo – ha affermato il capo dello Stato – non possiamo escludere violenza di stampo stragista”. ”Non ci facemmo intimidire, non lasciammo seminare paura e terrore né nel ’92 ne’ in altre dure stagioni sconvolgenti; tantomeno cederemo ora”. Lo ha garantito Giorgio Napolitano riferendosi ai recenti attacchi terroristici e ai rigurgiti mafiosi. “Siamo preoccupati per la persistente gravità della pressione e della minaccia mafiosa, non la sottovalutiamo, ma ci sentiamo ben più forti che in quei tragici momenti del 1992 per la crescente mobilitazione di coscienze e di energie che – ha aggiunto – si è venuta realizzando nel nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
In un passaggio di un suo discorso a Palermo in occasione del ventennale della strage di Capaci, ricordando la figura e le azioni di Falcone e Borsellino, il capo dello Stato ha richiamato la magistratura al loro esempio fondato “anzitutto sulla fedeltà alla Costituzione, come robusta e responsabile capacità di porsi al servizio del cittadino” e rimanendo “al di fuori di una irreale pretesa di onniscienza”. Secondo Napolitano, infatti, “l’autonomia e l’indipendenza che a Falcone erano
care, si esprimevano nella sua libertà di giudizio e nel rispetto per le istituzioni, in una inequivoca distanza da posizioni di partito”.
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