Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, ci porge gli auguri di Pasqua
è per me occasione di grande gioia rivolgermi a tutti i soci di Ac per augurare, di vero cuore, una buona Pasqua nel Signore Risorto! Vi prego, sinceramente, di estendere i miei sentimenti di vicinanza e affetto alle vostre famiglie, ai vostri parroci e ai tanti amici che in mille forme esprimono la loro simpatia per l’associazione.
Per ciascuno di noi, i giorni di intensa riflessione che conducono alla festa della Resurrezione rappresentano un’occasione privilegiata per riflettere con serietà sulla propria vita, sui propri comportamenti privati e pubblici, sui mille segni di bene e di male che contraddittoriamente scorgiamo dentro noi stessi e nella realtà che ci circonda. E a mio avviso, quando si scava davvero a fondo nel vissuto personale e sociale, ad emergere nitidamente non sono risposte rasserenanti, ma grida lancinanti, scossoni durissimi alle nostre false certezze.
In questa fase sociale ed economica segnata da acutissime tensioni e preoccupazioni, in cui ci sentiamo interpellati dalle
paure dei poveri, delle famiglie, dei giovani, di tutte le fasce deboli, il grido che proviene dal profondo della nostra coscienza è forse uno solo, ma terribile nella sua forza: provare a “fare di più”, esercitare concretamente, e davvero, quelle virtù spirituali, morali e civiche che insieme sostengono il cammino di ciascuno verso la meta della santità.
È davvero questo il tempo favorevole per evitare comode vie di mezzo, scelte sospese tra bene e male, è questo il tempo favorevole per sfuggire alla tentazione della “sopravvivenza individuale” e lanciarsi verso l’alto assumendo atteggiamenti concreti di fraternità e responsabilità. Dei “credenti del dire” c’è poco bisogno, tantomeno di eccessi predicatori smentiti da vite piatte, senza sale, senza generosità, senza gratuità ampia e indiscriminata.
L’Azione cattolica non può sfuggire al richiamo del tempo che vive. Con la forza del Risorto, può e deve stringere forte tra le mani la passione per gli ultimi e i penultimi, l’amore per la città e il Paese, il servizio alle persone e al bene comune. Mani strette per non lasciarsi sfuggire, nella monotonia del “vivere tanto per…”, le motivazioni del nostro agire. E mani aperte per lasciarsi segnare da chi condivide le nostre strade, per toccare, sentire sulla pelle il grido di giustizia e di equità che proviene dalle nostre terre.
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