Ceccano, dieci anni di fatture non pagate spiegano l’aumento delle tariffe per i rifiuti


E’ stato finalmente rivelato in consiglio comunale il busillis: le bollette sono aumentate perché il comune di Ceccano deve alla SAF di Colfelice oltre un milione di euro per debiti accumulati dal 2010 al 2019 e che il commissario prefettizio, proprio due anni fa, aveva cercato di sanare con un accordo, che, a suo parere, fece risparmiare ai ceccanesi 300 mila euro. Il milione di debito viene ora spalmato su tutte le famiglie di Ceccano. Lo ha reso noto in un post su facebook la consigliera Mariangela De Santis che, dopo aver ringraziato l’assessore al ramo per aver finalmente chiarito l’origine degli aumenti, precisa che, tra i costi da dover considerare per il calcolo dell’imposta, il più incisivo sia la somma relativa al residuo del debito SAF da ‘spalmarsi’ sulla tariffa data la procedura di riequilibrio finanziario in atto che ha obbligato Palazzo Antonelli ad aumentare le tariffe dalla tassa sui rifiuti. Ora, ricorda la consigliera d’opposizione, il debito con la SAF, la società che gestisce gli impianti di trattamento dei rifiuti, era già stato negoziato nel marzo del 2018 ma il comune di Ceccano non aveva mantenuto gli impegni, costringendo la SAF ad agire giudizialmente per il recupero con conseguente addebito delle spese di lite. Il commissario prefettizio, ricorda poi De Santis, raggiungeva un accordo con la SAF e con delibera n. 71 del 05.08.20 approvava lo schema di atto transattivo relativo alla posizione debitoria del Comune, comprensiva anche dei debiti maturati dal 2015 (riepilogate nella delibera per complessivi euro 1.083.580, 94 di cui 518.000 circa per l’anno 2010 ed il resto per gli anni dal 2015 al 2019). Esattamente il debito è così attribuito nel tempo:

2010 518.834,73
2015 49.918,78
2017 14.330,84
2018 129.456,12
2019 371.040,47
Totale 1.083.580,94

Qui, conclude De Santis, al netto dei parametri tecnici, l’aumento dell’imposta è stato determinato dall’incremento dei costi comprensivi del residuo del debito SAF che deve, necessariamente, essere pagato attraverso la tariffa a causa della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale in atto.

Della vicenda, questo blog si era già occupato nell’agosto del 2020 e potete trovare tutto qui, compresa la debilera del commissario prefettizio con la transazione. In quel post, si poneva una domanda che non ha avuto risposta e che abbiamo visto riproporre anche da altri cittadini: come sono state utilizzate in questi anni le tasse che i cittadini hanno pagato per la raccolta dei rifiuti e che avrebbero dovuto coprire il servizio senza generare una tale situazione debitoria?

Una risposta a "Ceccano, dieci anni di fatture non pagate spiegano l’aumento delle tariffe per i rifiuti"

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  1. Quindi, se ho capito bene, quota parte non trascurabile del debito risale agli anni in cui hanno “amministrato” ‘sti fenomeni?
    Ahia!
    🙂

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