E’ l’accordo raggiunto dal Commissario prefettizio con la SAF, Società Ambiente Frosinone, che gestisce l’impianto di riciclaggio dei rifiuti di Colfelice. Dopo 10 anni di insolvenza da parte del comune, la società aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per mezzo milione di euro, a fronte di un debito complessivo di oltre un milione. Si tratta di quanto il comune, meglio i cittadini di Ceccano avrebbero dovuto pagare alla SAF per i rifiuti che non vengono differenziati e sono perciò “conferiti” all’impianto. Il commissario è riuscito ad ottenere una transazione con la sospensione del decreto ingiuntivo e l’impegno a versare nelle casse della SAF entro il 31 agosto prossimo la somma oltre un milione di euro. Il commissario correda la sua deliberazione con il racconto della vicenda, una specie di romanzo: il debito (le fatture non pagate…) era già a mezzo milione nel 2010, e poi era cresciuto negli anni 2015 (49 mila euro), 2017 (14 mila) 2018 (129 mila) fino al 2019 con 371 mila euro, per un totale, senza interessi, di un milione e 83 mila euro. Nel 2018 era stato firmato un piano del rientro dal debito che, scrive il commissario, “veniva sostanzialmente disatteso”. C’è voluto un intervento del prefetto per conciliare le parti, in considerazione soprattutto che nel 2020 il comune ha pagato regolarmente le fatture, e così Ceccano pagherà entro il 31 agosto la somma di 1 milione e 45 mila euro, comprensiva di 95 mila euro di interessi di mora. Secondo il commissario, l’accordo consente di risparmiare 330 mila euro di interessi, maturati nei 10 anni di situazione debitoria.

Si può leggere tutto il racconto della vicenda qui
Nella narrazione manca una cosa: come sono state utilizzate in questi anni le tasse che i cittadini hanno pagato per la raccolta dei rifiuti e che avrebbero dovuto coprire il servizio senza generare una tale situazione debitoria?