di don Tonino Antonetti
Per tanti può sembrare un racconto di altri tempi, per chi come me la guerra l’ha sentita raccontare solo dai propri nonni, invece non è così, pur se di riflesso ora la stiamo toccando con mano anche noi.
I miei nonni mi raccontavano sempre dei profughi, degli sfollati, di quando loro erano stati costretti a lasciare le loro case di corsa senza poter portare nulla con se.
Quando oggi sono arrivate queste due mamme con i loro figli non ho potuto trattenere le lacrime, nei loro volti ho rivisto subito le mie nonne, in un istante sono tornato con la mente a quei momenti quando quei racconti della guerra generavano intono a me buio, paura e silenzio.
Oggi come in una macchina del tempo ho rivisto le mie nonne, giovani, belle e moderne. Figlie di questo millennio ma con gli stessi sentimenti, gli stessi sguardi di 80 anni fa, immutati nel tempo.
Ho visto le mie nonne con un gran peso nel cuore e nonostante tutto, sorridevano ai loro figli per far credere loro che tutto è normale, che tutto sta per passare e presto si tornerà alla normalità. Oggi non ho incontrato due donne Ucraine, oggi ho incontrato le mie nonne e ho capito, forse per la prima volta che non saremo mai soli perché ovunque andremo troveremo i nostri fratelli.

Grazie di vero cuore a tutti coloro che hanno messo in moto una vera e propria macchina della solidarietà. Queste famiglie saranno la nostra famiglia per i prossimi mesi e sono certo che neanche per un istante si sentiranno soli, perché loro non sono Ucraini, loro sono i nostri fratelli.
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