La musica di Dio a Ceccano, il Requiem e Laus Patriae


cororeqUn uomo che scrive la musica per la sua morte, una musica donata a Ceccano, tanta commozione, bellezza, armonia ma anche storia e tradizione. L’esecuzione del Requiem di Mozart domenica 20 marzo a Ceccano, voluta dall’amministrazione comunale  nella chiesa di S. Giovanni come concerto di Pasqua, ha avuto tanti momenti appassionanti e non soltanto per i cultori della bella musica. Il m° Giuseppe Agostini, uno dei più importanti organisti del mondo, ha fatto dono di una sua composizione alla Città: Laus Patriae, ha detto Agostini prima dell’esecuzione del suo pezzo così intitolato, celebra la patria nel senso più intimo del suo significato, gli occhi di Francesco Alviti e di Ilenia Pirri, di Fiammetta Misserville e di quanti hanno pagato la loro sindagovita sul macabro altare dell’inquinamento del creato. La patria, ha continuato Agostini, è la nostra terra, il nostro fiume, le nostre piazze, ciò che mangiamo, i nostri fiori. Al maestro Agostini il sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, ha voluto offrire una targa per quanto egli ha fatto nella sua vita per la musica. Prima ancora l’assessore alla cultura, Stefano Gizzi, ha voluto celebrare l’organo Catarinozzi 1736, presente nella Collegiata di S. Giovanni: uno strumento di 280 anni, ha detto l’assessore,  restaurato proprio dal m° Agostini nel 1988, in un’altra nazione sarebbe al centro dell’attenzione di grandi movimenti cuturali. Qui è quasi abbandonato. Il concerto di stasera è il segnale di un cambiamento che vogliamo dare alla città, ha continuato Gizzi, cha ha annunciato pubblicamente la volontà dell’Amministrazione di sostenere l’orchestra Sinfonica Francesco Alviti ed il Coro Josquin Des Pres che da 26 anni tiene alto il nome della città nel mondo. Degna orchreqconclusione di tali considerazioni è stata la superba esecuzione del Requiem mozartiano, diretta da Mauro Gizzi, con le voci del soprano Vittoria d’Annibale, del mezzosoprano Fabiola Mastrogiacomo, del tenore Enrico Talocco e del basso Alessandro Della Morte, accompagnati dall’orchestra sinfonica Francesco Alviti e dal Coro del Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres. I pezzi all’organo sono stati eseguiti dagli organisti Guido Iorio e Riccardo Tiberia con la tromba di Massimiliano Malizia

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