Oggi alle 16 papa Francesco visita la Sinagoga di Roma. L’evento cade all’indomani del 50° anniversario della Nostra aetate che dedica il n. 4 ai rapporti con l’ebraismo, su cui un recente documento vaticano fa il punto. Rileggiamo il testo e il commento di Piero Stefani: in particolare il punto più innovativo del documento, ossia il riferimento alla duplice origine della Chiesa sia dagli ebrei sia dalle genti
La Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo (del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani) in occasione del 50o anniversario della dichiarazione conciliare Nostra aetate, dedicata al n. 4 ai rapporti con l’ebraismo, propone un documento teologico che ripercorre il cammino sin qui compiuto dalla Chiesa cattolica nella comprensione del suo rapporto con l’ebraismo. Intitolato Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (Rm 11,29). Riflessioni su questioni teologiche attinenti alle reazioni cattolico-ebraiche in occasione del 50° anniversario di Nostra aetate (n. 4), è stato presentato a Roma lo scorso 10 dicembre. Ne riportiamo il testo con un commento di Piero Stefani che sottolinea, tra l’altro, come l’aspetto più innovativo del documento sia il riferimento alla duplice origine della Chiesa sia dagli ebrei sia dalle genti. Nella presentazione ufficiale fatta presso la Sala stampa della Santa Sede, si è particolarmente insistito sul punto che «non vi è alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei» da parte della Chiesa cattolica.
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