Appartengo ad una generazione che è cresciuta e si è formata nell’Azione Cattolica che Vittorio Bachelet ha sognato, ri-elaborato, ri-organizzato. Un’AC che negli anni del post-Concilio ha scelto di realizzare una presenza dei credenti nella vita pubblica caratterizzata da un forte radicamento spirituale e da un esercizio della vita cristiana alimentato nel discernimento e allenato attraverso una formazione rigorosa delle coscienze, attenta alla globalità della persona e alla gradualità pedagogica. Molti di noi non hanno conosciuto direttamente Vittorio Bachelet, ma senza dubbio alcuno egli è stato per ciascuno di noi un compagno di strada prezioso e una figura educativa straordinaria: le sue parole, i suoi scritti e ancor prima la sua luminosa testimonianza ci hanno guidato consegnandoci il senso profondo di uno stile autentico e gioioso della vita credente. Il suo volto mite, il suo sorriso, bonario ed aperto, ci mostrano ancora oggi quella “gioia del Vangelo” che papa Francesco indica come cifra imprescindibile del cristiano. Egli è una persona sempre disponibile ad accogliere il messaggio evangelico come forza paradossale e dirompente che mentre orienta interiormente la vita interiore la dilata progressivamente e positivamente nei vasti campi dell’umano. È questa una dinamica, insieme interiore e storica, capace di generare creativamente spazi inediti di fraternità, di amicizia e di convivialità da offrire
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