di Dominique Quinio, direttore del quotidiano cattolico francese La Croix.
Una tristezza immensa. L’attentato al cuore di Parigi che ha preso di mira il settimanale satirico Charlie Hebdo fa raggelare il sangue, come ci lasciano sbigottiti le decapitazioni perpetrate da Daech e le innumerevoli violenze largamente propagandate dai loro autori. Dodici persone sono state uccise da un commando organizzato, armato in maniera pesante. L’attacco ha dato l’impressione di essere stato preparato meticolosamente e realizzato per colpire obiettivi precisi. Così tra le vittime ci sono disegnatori e cronisti di chiara fama. Cabu, Tignous, Wolinski, Charb, Bernard Maris… senza dimenticare due agenti di polizia e gli altri dipendenti del giornale. I giornalisti non godono di uno statuto speciale davanti alla morte, ma attaccare i media, la libertà di informazione (compresa quella di satira), significa rifiutare la società del dibattito, del confronto acceso e del pluralismo, significa attaccare le fondamenta della democrazia. Possiamo non essere d’accordo con le scelte editoriali dei nostri colleghi, con le provocazioni di certe vignette, ma non possiamo accettare che i loro autori vengano condannati a morte in nome di un presunto islamismo estremista semplicemente rivoltante. Il terrore compie il suo lavoro deleterio, spargendo la collera e la paura. La Francia impegnata nella coalizione contro Daech o in Mali si sente minacciata. Proprio mentre nel Paese – come in molti altri Stati dell’Europa – monta la paura dell’islam e di un’islamizzazione del continente, un attentato di questo genere può nutrire un atteggiamento di rifiuto della comunità musulmana. Ma, in un sussulto civico, può anche suscitare una reazione di solidarietà come risposta a questi terroristi che attaccando alcuni di fatto mettono nel mirino un’intera società, un modo di vivere, dei valori comuni…
Che sia davvero così. Manteniamo sangue freddo e dignità, non cediamo al panico, rifiutiamo ogni strumentalizzazione di questo dramma. Quest’unità sarà il nostro omaggio alle vittime.
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