di Marco Pozza
E’ il santo dei giovani per antonomasia, Giovanni Bosco da Castelnuovo d’Asti (1815-1888): forse per questa ragione in tantissime parrocchie questa è la “Settimana dell’Oratorio”, occasione per celebrare la memoria e l’intuizione di un uomo che ha ascoltato il grido del mondo intuendo che i giovani sono la promessa – forse ancor prima la premessa – di Dio per la storia dell’uomo. Un santo, dunque, che i giovani non li ha tenuti semplicemente come sogno ma ha rischiato assieme con loro facendoli diventare un segno di speranza per la storia. Promessa e premessa, segno e sogno, sapore e sapere: piàù che semplici sfumature di un cristianesimo che fosse prima di tutto un fattore umanizzante l’umano: per non correre il rischio di farlo degradare ad un semplice compendio di morale. Una cosa noiosissima solo ad immaginarsi.
Un santo che oggi giace statuario nella sfida dell’educazione. Eppure la sua storia, apparentemente, fu una tipica avventura di periferia, di sobborgo, di quartieri malfamati. Partono sempre così le storie d’amore del Cielo: da un grido ascoltato, da una mano tesa, da una prospettiva allargata. In fin dei conti che cos’altro dovrebbe fare un educatore o un maestro se non ricordare alle persone la loro capacità d’infinito? E’ successo così sulle rive del mare di Tiberiade con Gesù di Nazareth; s’è ripetuta la medesima storia nei sobborghi di Torino con Giovanni Bosco; la storia è continuata nella disperazione di Calcutta con Madre Teresa.
Continua a leggere qui http://www.sullastradadiemmaus.it/pensiero-creativo/1860-don-bosco-la-sorpresa-di-dio-per-i-giovani.html
L’ha ripubblicato su Pietroalviti's Weblog.