di Marco Pappalardo
Chi educa non può che crederci: “C’è del buono a questo a mondo”! Crederci è combattere nelle “Terre dell’educazione”, tutti i giorni, la buona battaglia per ogni giovane che viene posto sulla propria strada: Stefania che a 20 anni è morta di leucemia, ma qualche giorno prima ha voluto salutare tutte le persone che le erano state vicine. Sul letto della sua stanza, consumata dalla malattia nel fisico, non ha mai smesso di sorridere e ha fatto al suo prof. la domanda più difficile che abbia mai ricevuto: «Prof, ma in Paradiso soffrirò ancora?»; Giada che, facendo una sera – come ogni
lunedì – volontariato con gli immigrati e i senza dimora, riceve 5 euro da un povero anziano contento a cui aveva dato un po’ di sollievo, quasi fosse sua nipote. Da allora quella banconota è incorniciata e appesa nella sua camera per ricordarle ciò per cui è importante vivere; Gianni che a scuola il suo prof. ogni giorno trovava a fumare nascosto nei bagni e da allora non smette di telefonargli in tutte le feste per fargli gli auguri;Milena che, dopo una giornata difficile a scuola con una classe, raggiunge in corridoio la prof., le dà una pacca sulla spalla e dice con un gran sorriso: «Stia serena»;
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