Per il cristiano, l’uomo non nasce libero. Nasce libero di diventare libero».
Così Jacques Maritain sintetizzava l’essenza del cristianesimo. Luisella Saro ci spiega il significato della Solennità dell’Assunzione
“Assunta a tempo indeterminato”. Da fare i salti di gioia per la contentezza, specie in questo tempo di crisi! Significa che ti hanno accettato in un posto e che lì resterai per sempre. Ti hanno preso come sei, anzi: proprio perché sei tu, e sei così.
Sfido chiunque a dire che non sarebbe il massimo dei massimi e so che vinco la sfida, perché il “per sempre” – poco che ce la raccontiamo – è desiderio stampato nel cuore.
Poi alzo lo sguardo dalla crisi economica e dal mondo del lavoro e penso alla festa di oggi: all’Assunzione di Maria in Cielo. A Lei, Madre di Cristo e Madre nostra, che è accanto al Signore. Assunta a tempo indeterminato e cioè per sempre. Anche il suo corpo, integro, com’era.
Questo ci attende: assunti a tempo indeterminato presso di Lui. Amati da sempre e per sempre (e cioè per l’eternità) come siamo: con tutti i nostri limiti e le nostre fragilità di creature im-perfette.
Può esserci una gioia più grande di questa?
Torno ora con gli occhi giù, al mondo; anche al mondo cattolico che guarda e tace. E non capisco come sia possibile che, di fronte alla promessa e alla certezza di questo “per sempre”, ci accontentiamo di ciò che è precario. Non capisco…
Amati da sempre, dalla notte dei tempi, siamo figli Suoi da sempre e per sempre, qualunque cosa accada. Anche se abbiamo tradito, anche se tradiremo ancora, ogni volta il Pastore buono lascia le altre sue pecore e ci viene a cercare.
Da sempre ha pensato ad un disegno di felicità per la nostra vita. E così siamo di “quel” padre e di “quella” madre per sempre; apparteniamo a “quella” famiglia per sempre. Siamo figli, fratelli o sorelle per sempre. E poi mariti, o mogli, o consacrati per sempre.
Madri e padri da subito: da appena concepiamo un figlio e poi per sempre, qualunque cosa accada. Questo abbiamo scritto nel cuore. Questo è accaduto per noi che siamo qui a vivere la vita. Lo dobbiamo al “sì” dei nostri genitori.
Certo è faticoso, a volte; certo è messa in gioco costante della propria libertà. Certo è assunzione di responsabilità che non si possono delegare. Come in un lavoro che ci piace, che abbiamo scelto, quando veniamo “assunti a tempo indeterminato”. Nella sequela di chi è un po’ più grande e per fedeltà alla scelta (che è scelta d’amore!) che abbiamo liberamente compiuto, siamo chiamati a dare il meglio del meglio ogni giorno e per sempre.
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