
“La convivenza tra cristiani e musulmani è segno di speranza”.Dio non è rimasto in «silenzio» di fronte al male, ha risposto, la sua risposta è la croce, che vuol dire «misericordia, amore e perdono». «Anche i cristiani sono chiamati a rispondere al male con il bene».
Questa la riflessione ispirata a Francesco, nella sua prima via Crucis al Colosseo, dalle meditazioni composte da giovani libanesi. Dal Libano il Papa ha tratto l’esempio della testimonianza di convivenza tra musulmani e cristiani, un «segno di speranza», ha detto, visibile anche nel viaggio di Benedetto XVI in Libano, lo scorso settembre, durante il quale è nata l’idea di affidare ai ragazzi libanesi, coordinati dal patriarca maronita Boutros Rai, la stesura delle meditazioni. “In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa- afferma Francesco in un Colosseo illuminato a giorno da luci e fiaccole-.La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono”. E’ anche giudizio: “Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva”. La parola della Croce, evidenzia Bergoglio, è anche “la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi”.
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