Un videomessaggio di Papa Francesco per l’ostensione televisiva della Sindone. Una catechesi breve, ma “di intenso spessore spirituale”, per trasformare le tenebre della morte in luce di speranza. Assume un significato speciale l’ostensione in tv del Sacro lino, prevista in mondovisione per oggi, sabato santo, nel pomeriggio, su Rai 1. E non solo perché, quarant’anni dopo quella voluta da Paolo VI, sarà la prima dell’era digitale. Il videomessaggio annunciato mercoledì da Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e Custode Pontificio del Sudario, conferma infatti la lezione del nuovo Pontificato sulla “speranza nell’amore di Dio”. “L’ostensione in un giorno speciale come il Sabato Santo, significa che la Sindone, pur non essendo materia di fede, rappresenta una testimonianza importantissima della Passione e Resurrezione del Signore”, spiega Monsignor Nosiglia.
Nel tradizionale incontro con i giornalisti per gli auguri di Pasqua, ringrazia Papa Francesco, definendo la sua elezione “un segno pasquale di Risurrezione che il Signore Vivente nella sua Chiesa ha suscitato per ridare forza e coraggio di speranza al suo popolo e all’umanità intera”. Speranza che, nel giorno tradizionalmente dedicato dalla Chiesa al silenzio e alla riflessione, accompagnerà a non perdere fiducia nell’amore di Dio i numerosi malati e sofferenti che saranno in Cattedrale o a casa. L’ostensione andrà infatti in onda tra le 17.10 e le 18.40 all’interno della trasmissione “A sua Immagine” dalla Cattedrale di San Giovanni, dove la Sindone è custodita, che per l’occasione sarà accessibile soltanto a un gruppo di trecento malati e a trenta giovani del Sinodo diocesano.
Una sfida nella sfida, perché “alle logiche dello spettacolo – sottolinea l’Arcivescovo di Torino – abbiamo preferito quelle del contenuto: speriamo che la televisione aiuti il pubblico ad entrare nel mistero della Pasqua”.
Il telo con i segni della sofferenza di Cristo uscirà dalla teca ad alta tecnologia in cui è conservato e, senza mai varcare la soglia della Cappella in cui si trova, verrà sollevato sul carrello su cui è adagiato e ripreso dall’esterno.
Due i momenti della ostensione tv: dopo il messaggio di Papa Francesco, un’ora circa di celebrazione, con canti e preghiere, e la mezzora finale dedicata al passaggio dei malati di fronte al lino, “icona del Sabato Santo”, come lo definì Benedetto XVI in occasione della sua visita a Torino del 2 maggio 2010 per l’ultima ostensione.
Il giorno che per la Chiesa è di solito di morte e silenzio, e nel quale non si celebrano l’Eucarestia né altre funzioni, viene quindi interpretato piuttosto come momento di attesa della Resurrezione e, quindi, di apertura alla vita.
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