Il pre conclave ha bisogno di interpreti:; si affrontano infatti temnatiche difficili e non sempre c’è abilità sufficiente per l’uso del latino. Così anche i cardinali hanno bisogno di interpreti.
Intervista a Sandra Bertolini, presidente degli interpreti italiani, per http://vaticaninsider.lastampa.it
«Privacy, preparazione sui temi che si andranno ad affrontare e conoscenza della storia». Questo l’identikit degli interpreti presenti al preconclave, che Sandra Bertolini, presidente dell’Associazione italiana traduttori e interpreti, con alle spalle 20 anni di carriera nel settore, traccia con Labitalia. «È una di quelle situazioni – spiega – in cui bisogna andare ben preparati. È un ambiente particolare, dove conta la discrezione e anche il proprio bagaglio culturale che si porta quando si comincia a tradurre».
«Per un interprete – fa notare – non è mai sufficiente, infatti, conoscere solo la lingua che si va a tradurre, ma anche la cultura di un Paese e gli usi. Interpretare significa non solo tradurre i modi di dire, ma anche capire il significato di certe affermazioni che variano da nazione a nazione».
«Come in Asia – continua Sandra Bertolini – si usano, ad esempio, dei codici completamente diversi dall’Occidente, così una frase detta da un inglese non è facilmente comprensibile da uno scozzese o da un neozelandese. Bisogna tener conto dei gerghi e delle espressioni propri di alcuni territori».
Continua a leggere qui http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/conclave-22908/
Rispondi