di Chiara Giaccardi per http://www.avvenire.it
Una serie di notizie degli ultimi giorni porta alla ribalta, se ancora ce ne fosse bisogno, la crescente centralità del Web per un numero sempre più elevato di persone, e per la totalità dei giovani. Non senza preoccupazioni, espresse talora con toni piuttosto allarmistici, che sollecitano l’urgenza di misure e azioni preventive e formative adeguate: dal Safe Internet Day 2013, ieri, la giornata voluta dalla Commissione europea dedicata alla sicurezza in rete dei ragazzi, al Rapporto sul Cyberbullismo commissionato da Save the Children, fino al progetto del Ministero dell’Istruzione «Generazioni connesse» per sensibilizzare i minori a un utilizzo consapevole di Internet e dei nuovi media. Intanto l’Istat registra i cambiamenti nei consumi, dove la crisi incide su tutto tranne che sugli smartphones, mentre in America il presidente Obama progetta un wi-fi gratuito coast-to-coast per rendere universalmente accessibile il nuovo ambiente digitale.
Questo mutamento di contesto, che è tutt’altro che una moda passeggera, sollecita almeno una considerazione, una preoccupazione e una cautela. La considerazione è che, per le giovani generazioni, i nuovi media non sono strumenti. La rete non è uno spazio “altro” ma l’estensione dei territori relazionali quotidiani
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