A Roma vescovi da tutto il mondo per discutere su come annunciare il vangelo oggi. Qui di seguito una lettera aperta di mons. Giuseppe Casale, arcivescovo emerito di Foggia. Il sinodo sull’Evangelizzazione si apre in contemporanea con l’anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II
Era avvincente la predicazione di Gesù. I cuori si aprivano alla speranza. Un giorno nella sinagoga di Nazaret egli si alzò e proclamò l’annunzio del profeta Isaia. Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Tutti gli occhi erano fissi su di lui e Gesù cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa parola che avete ascoltato” (Lc 4,16-20). L’oggi di Cristo è l’oggi della chiesa. Anche oggi gli occhi del mondo si fissano su di voi e attendono con ansia la proclamazione della liberazione dal male e delle sue conseguenze nella società. Non con documenti di alta dottrina. Ma con scelte concrete che vedano la Chiesa impegnata a continuare l’opera riformatrice del Concilio.
La Chiesa deve riscoprire la povertà evangelica. Deve farsi povera tra i poveri. Il potere del denaro è diabolico e diventa generatore di corruzione.
Bisogna rendere più efficace e più vissuta la collegialità episcopale. Papa e Vescovi devono esprimere l’unico grande Amore di Cristo.
La Chiesa deve mescolarsi con la gente nelle grandi città e affidare alle comunità ecclesiali di base il compito di essere “anima del mondo” … E deve custodire la fede di tante persone che vivono nelle comunità dei piccoli paesi affidandone la cura pastorale a “Probati Viri Uxorati” (Uomini sposati di provata esperienza cristiana).
Come anziano vescovo, vivo ogni giorno l’esperienza di cui parla sant’Ignazio di Antiochia nella lettera ai Romani: “Un’acqua viva mormora dentro di me e dice: vieni al Padre”.
Mi sento libero della libertà che Cristo ci ha donato. Perciò mi rivolgo a voi e vi dico: il mondo vi guarda, non tradite le attese dei poveri. Parli Cristo a nome vostro. Sappiate ripetere le parole pronunciate da Giovanni XXIII all’apertura del concilio Vaticano II. “Io non ho né oro, né argento (dice Pietro allo storpio), ma ti do quello che ho: nel nome di Gesù Cristo Nazareno levati e cammina” (Atti 3,6).
Levati, alzati e cammina. Supera la condizione di eterno questuante. Prendi coscienza della tua dignità. Impegnati con tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire la società della giustizia e della pace.
Vi saluto con il bacio santo
Giuseppe Casale
Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino
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