poco (stipendi inferiori del 40% rispetto alla media europea), costretti a fare i conti con una progressiva burocratizzazione del loro ruolo e con una mortificazione della libertà di insegnamento, spesso condannati a un precariato che non dà certezze per il futuro, inseriti in un contesto che non premia il merito, con un prestigio sociale in caduta. E alle prese con giovani sempre più difficili o che gettano la spugna: nel 2010 in 195mila (il 31 per cento del totale) hanno abbandonato le scuole superiori, la maggior parte nei primi due anni.
Per un insegnante, uno studente che lascia è sempre una sconfitta. Le percentuali degli abbandoni sono in calo ma comunque a livelli superiori alla media europea, e rivelano un disagio che non ha solo motivazioni economiche o sociali. Il 38% dei quindicenni italiani ritiene la scuola un luogo dove non si ha voglia di andare. Quando insorgono difficoltà di apprendimento, gli strumenti di recupero istituzionali risultano per lo più inefficaci, per cui le famiglie ricorrono in maniera massiccia alle ripetizioni private, con una spesa che si stima superi i 430 milioni di euro l’anno.Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
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