“Non sarebbe fuori luogo definire la lezione ideale una sorta di colloquio, di conversazione tra persone spiritualmente prossime. La lezione non è un tragitto su un tram che ti trascina avanti inesorabilmente su binari fissi e ti porta alla meta per la via più breve, ma è una passeggiata a piedi, una gita, sia pure con un punto finale ben preciso, o meglio, su un cammino che ha una direzione generale ben precisa, senza avere l’unica esigenza dichiarata di arrivare fin lì, e di farlo per una strada precisa. Per chi passeggia è importante camminare e non solo arrivare; chi passeggia procede tranquillo senza affrettare il passo. Se gli interessa una pietra, un albero o una farfalla, si ferma per guardarli più da vicino, con più attenzione. A volte si guarda indietro ammirando il paesaggio oppure (capita anche questo!) ritorna sui suoi passi, ricordando di non aver osservato per bene qualcosa di istruttivo.”
Pavel Aleksandrovič Florenskij, Lezione e lectio, 1917
***
Quando allenteremo la fatica di quegli stanchi “tram” chiamati programmi, e passeggeremo, liberi di comprendere davvero il mondo che ci circonda e attraverso quel mondo noi stessi?
In tram è vietato parlare al conducente: il suo compito è portarti dove dice il programma. Non distrarlo, non innervosirlo.
Fa il suo lavoro.
In una passeggiata c’è una guida che sta sì davanti perché conosce la meta, ma sa volgersi indietro a guardare chi gli è affidato per indicare, spiegare, segnalare, incoraggiare, sostare e lasciarsi interpellare.
Fa il suo lavoro.
qui il post originale fare-lezione-e-una-passeggiata
Alessandro D’Avenia
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento