Non c’è niente a ricordare quei poveri bambini uccisi dalla guerra quando questa era finita da diversi anni. Il 1° dicembre del 1951, 7 anni dopo il passaggio della guerra, i pochi residenti del quartiere Callami sentono le voci dei ragazzi che tornano forse dalla dottrina: poi all’improvviso uno scoppio e niente più. Scrivono Angelino Loffredi e Lucia Fabi: Nicolina, mentre si sta avvicinando alla fontana, ha la sensazione di sentire in lontananza le voci gioiose dei ragazzi che stanno arrivando. E’ solo un attimo, una rapida percezione perché subito si vede un lampo in cielo accompagnato da un grande scoppio. La tragedia si consuma in località chiamata Vigna Leone. In un batter d’occhio i cinque bambini: Francesca Cristofanilli di undici anni, Domenico Mastrogiacomo di otto anni, Giuseppe Ciotoli di dieci anni, i fratelli Vincenzo e Giuseppe Di Pofi, rispettivamente di dieci e di dodici anni, rimangono per terra, su pochi metri quadrati, senza vita. Forse avevano giocato con un oggetto che li aveva incuriositi forse era bastato un calcio o una scivolata. Una mina, un proettili d’artiglieri, una bomba a mano… La guerra continuava a mietere vittime. Di quell’episodio tragico non c’è alcun ricordo a Ceccano, ce ne sono soltanto le tracce flebili al cimitero dei bambini dove i piccoli sono sepolti vicino. Forse potremmo fare qualcosa per ricordarli e capire ancora una volta quanto sia insensata la tragedia della guerra.

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