Ricordo con esattezza quei momenti, a pochi giorni dall’attentato alle torri gemelle: lo facciamo venire oppure rinviamo, non ci sarà troppo pericolo. E poi la decisione di mons. Boccaccio: dobbiamo incontrarlo. E Karol Wotyla venne a Frosinone, in quel piazzale che oggi ospita la chiesa di S. Paolo e l’Auditorium Diocesano. Allora erano soltanto I Cavoni. Uno sforzo organizzativo immane, una capacità inaspettata di efficienza, un tripudio di volontari, capaci di aumentare le ore di una giornata. E il papa colse lo spirito di una chiesa viva, legata alle tradizioni ma pronta a cogliere i segni dei tempi. Il dono per il papa furono i 5 centri di ascolto che, a vent’anni di distanza, sono la spina dorsale dell’azione della Caritas e testimoniano la volontà dei cristiani di spendersi per tutti gli uomini. Ricordiamo quel giorno con grande gioia e riconoiscenza, affidando la nostra chiesa a quei due pastori che non cesseranno di proteggerla.

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