Questi 6 uomini, monaci cistercensi, trucidati dai soldati francesi il 13 maggio del 1799 nell’abazia di Casamari, il giorno dopo la strage di Isola del Liri in cui i reparti d’oltralpe avevano ucciso più di 500 persone durante la ritirata da Napoli, risposero alla violenza con la mitezza, non si contrapposero al male con il male, anzi accolsero quelli che poi li avrebbero uccisi, li rifocillarono ed ospitarono prima che si scatenasse la ferocia insensata, immemore dei gesti di generosità. A quella mitezza dobbiamo ispirarci oggi – dice il vescovo di Frosinone, mons. Ambrogio Spreafico – rifiutando ogni atteggiamento violento che può facilmente sfuggirci di mano e diventare incontrollabile. la mitezza di quegli uomini di 200 anni fa deve valere per noi oggi: sono martiri non per quei giorni ma per quello che possono insegnarci oggi. Anche noi – continua mons. Spreafico – possiamo trovarci di fronte ad atteggiamenti violenti che dobbiamo fronteggiare però con la mitezza e non con altra violenza, se vogliamo interrompere la spirale del male. Nessuno oggi ricorda i nomi di quei soldati francesi, tutti venerano le loro vittime.
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