
di Annachiara Valle
« Questo è il giorno del ricordo e del pubblico riconoscimento che l’Italia da tempo doveva alle vittime del terrorismo. È il giorno del sostegno morale e della vicinanza umana che l’Italia sempre deve alle loro famiglie. Ed è il giorno della riflessione su quel che il nostro Paese ha vissuto in anni tra i più angosciosi della sua storia e che non vuole mai più, in alcun modo, rivivere». Le parole dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aprirono così, il 9 maggio del 2008, la celebrazione della prima Giornata della memoria in ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.
«I momenti di solenne riconoscimento non sono mancati come con il conferimento di medaglie d’oro, da parte del Presidente Ciampi, alla memoria di alcune figure rappresentative del sacrificio di molti negli “anni di piombo”. Ma era a lungo mancato un riconoscimento collettivo e proiettato nel futuro come quello deciso dal Parlamento con la legge istitutiva del “Giorno della memoria”», disse allora il presidente.
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