In molti sono rimasti sorpresi per il sondaggio riportato da tanti giornali sul fatto che molti cattolici italiani sarebbero favorevoli alle esternazioni del ministro Salvini sugli immigrati. Al di là della veridicità dei dati, tutta da verificare, devo dire che è una situazione che non mi meraviglia: tre anni fa, nel settembre del 2015, papa Francesco rivolse un appello a tutte le comunità parrocchiali, i conventi, i monasteri perché accogliessero ciascuno una famiglia di immigrati. Purtroppo, nonostante i grandi sforzi che la Caritas e molte organizzazioni della chiesa cattolica e di numerose associazioni di volontariato, tante parrocchie sono rimaste sorde all’appello, conventi sono rimasti chiusi, monasteri sbarrati. E questo già tre anni fa.
Oggi molti si dichiarano cattolici ma è un appartenenza culturale più che espressione della propria fede che altrimenti costringerebbe le coscienze ad atteggiamenti ben diversi. Successe già al Messia: volevano strumentalizzarlo per abbattere il potere romano. E’ quella che viene chiamata la iattanza della fede, una religione usata come bandiera da contrapporre a qualcos’altro, da gettare, appunto, contro, il che è la negazione totale della fede religiosa. L’essere cristiani dunque non sarebbe un itinerario spirituale, un faticoso esodo dal male verso la salvezza, ma una maglietta da indossare a seconda delle situazioni, come quelli che di volta in volta vestono quella degli alpini, dei vigili del fuoco etc. Insomma ci si dichiara tifosi di una squadra che però non gioca a pallone ma incide pesantemente sulla vita di tante persone.
Sono fenomeni che la storia ha visto tante volte ma ben pochi oggi, purtroppo, leggono di storia
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