di Flavia Perina
In quarantott’ore il neo sindaco dell’isola si rimangia l’allarme: tutto tranquillo. Ma è solo l’ultima delle balle sparate da uomini delle istituzioni per guadagnare consenso. Risultato? Oggi gli italiani non hanno una percezione reale del fenomeno migratorio. Ed è un danno che pagheremo caro. Contrordine, compagni. Lampedusa non è più un bivacco di manipoli di immigrati. «La situazione è tornata alla normalità». Il bizzarro sindaco dell’isola Totò Martello si è rimangiato in quarantott’ore la dichiarazione – «cacciate quegli stranieri, vagabondano, si ubriacano, molestano le donne, fanno pipì in giro, fanno scappare i turisti» – con cui aveva cancellato l’intero racconto dei lampedusani accoglienti, generosi, eroici, infaticabili volontari sulla prima linea delle tragedie del Mediterraneo. Dopo due giorni di polemiche Martello ha dichiarato chiuso il caso e ritirato l’istanza al Viminale per l’eliminazione dell’hotspot, che attualmente ospita 180 persone. Non c’è più bisogno, dice. Tutto sotto controllo. «Purtroppo a volte nel nostro Paese è necessario alzare la voce per ottenere il rispetto delle regole».
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