di Lorenzo Giasti, ricercatore Indire
Mi sto interessando al movimento dei “maker” da circa due anni. Ho iniziato a considerarlo un argomento di ricerca quando è diventato un fenomeno di massa, uscendo dai laboratori per andare a “contaminare” musei, municipi e soprattutto scuole.Nell’ultimo anno in particolare, anche in Italia si è assistito ai primi contatti tra il mondo della scuola e i maker-space, i luoghi fisici dove gli “artigiani digitali” si incontrano per scambiare risorse e conoscenza, lavorare su progetti, collaborare e socializzare.
A livello internazionale esistono studi accademici che hanno analizzato diverse esperienze, cito come esempio quello svolto dal Transformative Learning Technologies Lab dell’Università di Stanford che conta numerosi articoli, conferenze, studi applicati sul campo in numerose scuole americane dove sono stati allestiti laboratori di questo tipo. A livello nazionale ancora non sono state svolte ricerche approfondite, la diffusione dei maker-space nelle scuole è infatti iniziata da pochissimo tempo. Le iniziative al momento avviate non sono, nella maggior parte dei casi, ideate da insegnanti o dirigenti scolastici ma vedono nella scuola il soggetto destinatario dell’azione. Tre esempi su tutti, il primo, a Milano, presso la Scuola Primaria Stoppani, dove nel 2014 l’associazione genitori ha finanziato un progetto di formazione per gli insegnanti e conseguente attività con i bambini con la stampante 3D.
Continua a leggere qui http://www.agendadigitale.eu/competenze-digitali/1315_i-maker-che-incontrano-la-scuola-possibili-percorsi-d-innovazione.htm
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