Per la prima volta, dopo tanti anni, Ceccano non ha avuto il carnevale e non per la pioggia o per qualche evento luttuoso ma soltanto per la mancanza del potere politico a Palazzo Antonelli. I carri e le maschere, che solitamente attiravano la curiosità di migliaia di persone nell’ultima domenica di Carnevale, non si sono viste. E’ naturale – direte – non c’è l’amministrazione, chi organizza? Ecco proprio la mancata sfilata di carnevale nella cittadina fabraterna evidenzia in modo lapalissiano la cultura stalinista che impera nella gestione delle attività culturali a Ceccano: l’aggettivo è utilizzato nel senso proprio, tutto deve essere controllato dal potere centrale, non devono esserci iniziative di associazioni e singoli, tutto deve avvenire sotto l’egida del Comune, cui ognuno deve rivolgersi per godere della concessione del potente di turno.E da qui tutta la lunga serie di brutte figure che costella la storia di questi ultimi anni nell’organizzazione di attività culturali. Si continua ad attribuire alla macchina amministrativa del municipio l’impegno ad organizzare, a stimonare, ad invitare alla partecipazione: e chiaramente Palazzo Antonelli non ce la fa. Non si sceglie invece, nonostante quello che è scritto sullo Statuto Comunale, la promozione delle associazioni culturali, il sostegno alle loro inizative, al loro generoso volontariato, alle loro idee… e così, nel momento in cui i patroni sono a casa a leccarsi le ferite e ad affilare le armi per la campagna elettorale già iniziata, non si fa più nulla, non si deve fare nulla…
Ceccano senza carnevale, lutto o segno?

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