di Francesco Gaeta
Indicando Sergio Mattarella a candidato Pd per il Quirinale, Matteo Renzi ha fatto una prima mossa laterale e significativa, la “mossa del cavallo” direbbe uno scacchista. Perché il personaggio scelto, oltre che di certa caratura istituzionale, sfugge alle categorie dell’attualità, della telepresenza, della logica politica corrente. Sergio Mattarella è inattuale perché non cerca il cono di luce. Parla in modo sommesso perché ama argomentare. Soprattutto associa le parole ai comportamenti, come dimostrano le sue dimissioni dal governo Andreotti (anno 1990) per disaccordi sulla legge Mammì (frequenze radio Tv). La cosa, sul lato Forza Italia, può costargli oggi l’elezione ma è la materia di una virtù da gentiluomini d’altri tempi, la coerenza.
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