di Alessandro D’Avenia
«Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del
campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?». L’Avvento si consuma in autunno. Le città si riempiono di colori che non lasciano indifferente chi vi cammina con occhi devoti non solo allo schermo del telefono. C’è una bellezza singolare nel disfacimento delle foglie: una paradossale sinfonia di colori caldi canta la morte, prima che la luce torni a prevalere sulla notte proprio con il solstizio invernale. Questa logica di bellezza nel disfacimento non è sfuggita né al pittore né al fisico. Rouault – uno dei pochi artisti del ’900 che, in quanto contemplativo, sapeva fare arte sacra, non semplicemente religiosa – dipinge un quadro originale: Autunno a Nazareth.
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