di Paolo Ferri, Università Bicocca, Milano
I genitori italiani, come quelli europei del resto, hanno ancora molta paura di internet se ad usarla sono i loro figli. Ma dobbiamo imparare a “nutrire” i nostri figli con una dieta digitale equilibrata come dobbiamo farlo per la dieta alimentare, senza nello stesso tempo allevare degli anoressici digitali. Le evidenze della ricerca di dicono che tablet e smartphone sono gli strumenti migliori per introdurre i bambini al digitale. E che anche i videogame fanno bene. Come ho più volte messo in rilievo nei miei interventi su Agenda digitale, la scuola rappresenta un’agenzia formativa fondamentale per contribuire a diffondere competenze digitali legate all’apprendimento, così come quelle di cittadinanza digitale, ma molto di questo lavoro potrebbe essere svolto anche all’interno della famiglia. Secondo i dati dell’Istat, infatti, le famiglie con almeno un minorenne sono le più tecnologiche: l’87,8% possiede un personal computer, l’85,7% ha accesso ad Internet da casa. Inoltre, la percentuale di diffusione degli smartphone e dei telefoni cellulari con possibilità di connessione a internet è del 94% nelle famiglie con figli. Le case dei “nativi digitali” sono ormai quasi del tutto connesse e tuttavia la famiglia e i genitori nella stragrande maggioranza dei casi non riescono a educare al digitale i loro figli. “I nuovi bambini” imparano a video-giocare e usare Internet e o i social network con i compagni di classe o con i fratelli e le sorelle maggiori, non con i genitori.
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