Un’omelia intensa, pronunciata quasi sottovoce, quella di Papa Francesco durante la Messa celebrata al Cimitero del Verano in suffragio di tutti i defunti. Dalle scritture Francesco ha tratto tre immagini, attraverso le quali ha proclamato la speranza che non delude: quella della santità, dell’incontro finale di tutti noi, dopo la morte, con il Signore, “a quattr’occhi”, quando lo potremo vedere così come Lui è. Le immagini proposte da Francesco sono state la devastazione, le vittime, Dio. La devastazione è quella fatta “delle cose più belle che Dio ha fatto per noi”. Una violenza che continua anche oggi sempre più virulenta. “L’uomo si crede Dio – ha detto Francesco -, si impadronisce di tutto e le guerre continuano. E l’industria della distruzione è un sistema di vita . Si scartano bimbi, anziani, giovani senza lavoro. Questa devastazione ha creato la cultura dello scarto.
Poi è passato alla seconda immagine. Le vittime: “Queste tribù immense, questi popoli che devono fuggire per salvarsi. Vivono in tende, al freddo, senza medicine, affamati. Perché il dio uomo si è impadronito del creato, di ciò che Dio ha fatto per noi”.
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