Erano una ventina, molti giovani, ma anche alcuni esponenti storici del vecchio Pci, mancava però il commissario Antonetti, cui è stato affidato il circolo Pd della cittadina fabraterna. E’ arrivata poi Daniela Bianchi, consigliera regionale. Era il primo incontro dell’agorà, le primarie delle idee come le hanno chiamate nel Pd a Ceccano per cominciare a parlare di elezioni, non partendo dai nomi ma dal confronto delle idee: argomento cultura e turismo. Un segnale proposto da Americo Roma che coordinava l’incontro svoltosi alla Villa Comunale: non ci lamentiamo del passato, puntiamo al futuro. Bene, una buona cosa che dei giovani comincino a ragionare della città, delle scelte da fare, prima ancora che incartarsi sulle discussioni su chi candidare a sindaco. Però la sinistra a Ceccano ha bisogno di una cesura epistemologica, un taglio significativo che dica ai ceccanesi che il passato della sinistra ferroviaria e del sistema degli appalti, del partito dei geometri e della cementificazione ad oltranza è definitivamente passato. Ha bisogno anche di capire i reali motivi della crisi: nessuno li ha dichiarati, né il sindaco Maliziola, né i suoi assessori di una notte, né i consiglieri che le erano rimasti fedeli, né gli 11 firmatari delle dimissioni contestuali. Una cesura epistemologica senza la quale sarà difficile scrollarsi di dosso le responsabilità amministrative degli ultimi 20 anni. Il sollievo con cui la gente vive la gestione commissariale dell’ordinaria amministrazione è un segnale che dovrebbe far riflettere la sinistra a Ceccano
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