di Paolo Bustaffa
«Molto si è fatto in questi anni per riscoprire la sublime teologia del matrimonio e per valorizzare la spiritualità di questo stato di vita. Ma crediamo che sarà dalla viva e convincente testimonianza di vita dei laici coniugati e dei genitori, che il Vangelo della vita, dell’amore, della fecondità, farà presa nel mondo che cambia. Su questo terreno, grandi e provvidenziali sono i compiti dei laici nella situazione odierna e prossima».
Il passo, tratto dalla Lettera ai fedeli laici pubblicata dalla Commissione episcopale per il Laicato alla vigilia del Convegno ecclesiale di Verona (2006), offre lo spunto per un supplemento di riflessione in vista della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo sulla famiglia che, convocata da papa Francesco, si terrà dal 5 al 19 ottobre su Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Una preparazione all’Assemblea generale ordinaria che si terrà nel 2015.
Il tema della famiglia è stato ed è affrontato a più riprese e da più angoli visuali ed è difficile, forse anche superfluo, aggiungere altro all’estesa letteratura che lo ha opportunamente trattato e lo sta trattando.
C’è tuttavia un aspetto, richiamato dalla lettera dei vescovi italiani, che merita di essere ripreso perché pone in luce la fragilità e la forza di quel filo che unisce l’essere laici all’essere sposi, l’essere laici all’essere genitori, l’essere laici all’essere famiglia aperta e che cammina sulle strade della Chiesa e della Città.
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