Qualche giorno fa, sulla prima pagina di Repubblica, occhieggiava un articolo del teologo Vito Mancuso su “Che ne sarebbe della Chiesa se fallisse Francesco”: “Il suo fallimento sarebbe la fine della luce che si è accesa nell’esistenza di tutti gli esseri umani non ancora rassegnati al cinismo e alla crudeltà della lotta per l’esistenza, sarebbe la fine per gli ideali della spiritualità in Occidente”… Un tantinello esagerato. Il medesimo giorno usciva in libreria Questo Papa piace troppo, volume in cui Giuliano Ferrara, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro raccolgono le paginate della loro critica culturale (per l’ateo devoto Ferrara) e dogmatico-pastorale (per i tradizionalisti Gnocchi e Palmaro) su Papa Bergoglio, la cui propensione a “rendersi amabile” equivarrebbe a un tradimento della fede, a un accodarsi allo spirito del mondo, a un cedimento al sentimentalismo e al relativismo etico, a un credo da abbracciare a basso prezzo. Insomma, un libro
che avrebbe potuto anche intitolarsi: “Che ne sarebbe della Chiesa se vincesse Francesco”… Esagerati anche loro.
Ci troviamo dunque nel bel mezzo di due correnti catastrofiste e contrapposte, due ideologie emotive non di pensatori liberi ed equilibrati, ma di tifosi – manichei come tutti i fans (che è diminutivo di “fanatici”…). Siamo nel mezzo e faremo bene a rimanerci, se non vogliamo ricadere in due papolatrie che, pur da versanti opposti, convergono in una visione di Chiesa in fin dei conti umiliante, sfiduciata e sconfortante: dove ogni cosa, di buono o di cattivo, dipende anzitutto dal vertice.
Continua a leggere qui http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1646
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento