Dopo il pranzo di sabato 27 luglio, Papa Francesco ha visitato gli studio di “Radio Cattedrale” di Rio de Janeiro dove ha pronunciato le seguenti parole:
Buongiorno, buonasera a tutti gli ascoltatori. Vi ringrazio per l’attenzione e ringrazio qui i Membri della Radio per la gentilezza di darmi il microfono. Li ringrazio e sto guardando la Radio e vedo che i mezzi di comunicazione oggi sono molto importanti. Io direi che una Radio, una Radio cattolica oggi è il pulpito più vicino che abbiamo. E’ da dove possiamo annunciare, attraverso la radio, i valori umani, i valori religiosi, e soprattutto annunciare Gesù Cristo, il Signore; dare al Signore la grazia di farGli posto tra le nostre cose. Così vi saluto e ringrazio per tutto lo sforzo di questa arcidiocesi per avere una Radio e per mantenerla, con un network così grande. A tutti gli ascoltatori chiedo di pregare per me, di pregare per questa Radio, di pregare per il vescovo, di pregare per l’arcidiocesi, affinché tutti noi ci uniamo nella preghiera e lavoriamo, come diceva poco fa il sacerdote, per una cultura più umanista, più ricca di valori, e non escludiamo nessuno. Che tutti lavoriamo per quella parola che oggi non piace: solidarietà. E’ una parola che si tenta di mettere da parte, sempre, perché è fastidiosa e tuttavia è una parola che riflette i valori umani e cristiani che oggi ci vengono richiesti per andare contro – come ha ripetuto il sacerdote poco fa – la cultura dello scarto, secondo cui tutto è scartabile. Una cultura che sempre lascia fuori la gente: lascia fuori i bambini, lascia fuori i giovani, lascia fuori gli anziani, lascia fuori tutti coloro che non servono, che non producono e questo non può essere! Al contrario, la solidarietà include tutti. Dovete continuare a lavorare per questa cultura della solidarietà e per il Vangelo.
Domanda sull’importanza della famiglia:
Non solo direi che la famiglia è importante per l’evangelizzazione del nuovo mondo. La famiglia è importante, è necessaria per la sopravvivenza dell’umanità. Se non c’è la famiglia, è a rischio la sopravvivenza culturale dell’umanità. La famiglia, ci piaccia o no, è la base.
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