
di Nicola Nuti
Un gesto simbolico quello del Papa che oggi arriva a Lampedusa per ricordare al mondo tutti quegli uomini, donne e bambini che hanno solcato il canale di Sicilia per sfuggire alla miseria e alle guerre nei loro paesi di provenienza, celebrando la Messa con un Pastorale a croce e un calice in legno ricavati dalle imbarcazioni dei migranti giunti sull’Isola.
E per commemorare nella stessa maniera coloro, tanti, che sono morti nelle traversate compiute con “carrette del mare” fatiscenti. Un modo anche per coniugare il messaggio dell’Enciclica “Lumen Fidei” scritta con Benedetto XVI e pubblicata venerdì scorso che invita a non farci rubare la speranza, a chinarci sui sofferenti, e a fondare la fraternità sull’amore, scorgendo in ogni persona una benedizione di Dio per noi.
Il campo sportivo in contrada Arena dove si è svolgerà l’incontro con migliaia di persone è stato delimitato con le transenne e diviso per settori, con anziani, ammalati e bambini nelle prime file. Lasciato inoltre lo spazio affinché Jorge Mario Bergoglio possa passare in mezzo alla folla con l’auto “campagnola” coi sedili posteriori modificati messa a disposizione da un milanese che da venti anni è “di casa” a Lampedusa. Ai circa 5mila abitanti dell’isola, si sono aggiunti i turisti già presenti e i molti Pellegrini che si sono messi in moto, soprattutto dalla Sicilia.
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