di Gilberto Borghi per http://www.ilvinonuovo.it
Loro sono cresciute su internet più che con la tv. E immaginano una Messa in cui le emozioni le colpiscano perché loro stesse si sentono parte di quella celebrazione
Appena arrivo a scuola nella hall d’ingresso c’è una confusione insolita. Cerco Clara, la bidella, vero pilastro organizzativo della scuola. “La seconda B è chiusa, Clara, come mai?” “Professore, stamattina c’è il film per le seconde, in aula magna…” E il sorriso finale con cui distoglie lo sguardo, mi fa capire che anche stamattina mi sono perso un pezzo di scuola. E con un po’ di senso di frustrazione, sistemo i registri in sala insegnanti finché un vocio intenso mi ruba l’attenzione. E lentamente alcuni studenti sciamano fuori dall’aula magna. Mi affaccio sul corridoio e lo sguardo di Miriam mi chiama: “Prof. si è bloccato il proiettore!” Insieme alle inseparabili Elisa e Nives, sghignazzando, vengono verso di me.
Ed Elisa ne approfitta: “Prof. ho una domanda sulla messa”. “Ah – faccio io – tu vai a messa?”. “Vabbé, ogni tanto sì…, solo che mi rompe un po’. Ma perché si deve fare sempre la messa uguale: stesse parole, stesse cose, stesse canzoni… e poi tutti fermi per mezz’ora… Ma non si potrebbe farla un po’ più… da festa insomma…”. “Eh sì, Elisa, – le dico – che facciamo? un party?… o un rave?… dai… ma ti pare?”. E sorrido con ironia…
Miriam invece riprende seriamente. “No, prof. Io ci andrei di più e senza storie se la messa fosse più bella”. “Più bella…, cosa vuol dire più bella?” ribatto. “Eh, più emozionante con cose un po’ diverse. E poi davvero ha ragione Elisa… i canti… delle volte sono davvero inaffrontabili…”. “Cioè vuoi dire che il tuo andare a messa è legato all’emozione che provi?”. “Eh, anche, insomma se è una festa… perché è una festa vero prof?”. ” Eh certo, festeggiamo la resurrezione di Gesù, la cosa più importante e fondamentale della fede”. “Ecco appunto, allora perché deve essere così noiosa?”, aggiunge Nives.
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