Il sito Vatican Insider ricapitola in un articolo tutte le regole per l’elezione del nuovo pontefice.
Per scegliere il successore di Pietro, nei secoli, sono stati vari i metodi prima di arrivare all’odierno Conclave. Già alla fine del sedicesimo secolo, però, erano in uso la maggior parte delle procedure elettorali usate ai giorni nostri. Alla scomparsa del Pontefice, il presidente del sacro Collegio dei cardinali dà l’annuncio e convoca il Conclave, da tenersi entro venti giorni in Vaticano. Il termine Conclave deriva dal latinocum clavis, cioè un luogo chiuso a chiave, dove si riuniscono i cardinali per eleggere il nuovo papa, in segretezza e senza alcuna possibilità di contattare l’esterno.
La storia del Conclave
I primi Papi erano eletti da tutti i membri del clero che vivevano nei pressi di Roma e che potevano quindi facilmente partecipare all’elezione. Nel 1059 papa Niccolò II decretò che il pontefice potesse essere eletto soltanto dai cardinali e nel 1179, Alessandro III stabilì che tutti i voti avessero lo stesso peso. Nel 1274 Gregorio X impose ai cardinali di incontrarsi entro dieci giorni dalla morte del Papa e di rimanere isolati fino alla decisione definitiva. Fino al 1500, il Conclave poteva riunirsi anche nella città in cui moriva il pontefice. Poi, con Clemente VII (1529), venne deciso che dovesse necessariamente tenersi in Vaticano. Giovanni Paolo II ha stabilito che se il Papa dovesse morire fuori Roma, spetta al Collegio dei cardinali disporre tutto il necessario per il trasporto della salma nella basilica di San Pietro e convocare, poi, il Conclave in Vaticano.
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