di Antonio Spadaro, sj
Quest’anno il Pontefice nel suo Messaggio per la 47° Giornata Mondiale delle Comunicazioni («Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione») ha raccolto una serie di indicazioni già date nei precedenti messaggi, e puntando su 3 “pilastri” o temi-chiave che sembrano essere ormai le fondamenta della prospettiva ecclesiale sulla comunicazione.
1) L’AMBIENTE DIGITALE È UNO SPAZIO DI ESPERIENZA REALE
Scrive Benedetto XVI che i social networks non devono essere visti dai credenti semplicemente come uno strumento di evangelizzazione. La Rete non è da «usare», ma da abitare perché la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale. «L’ambiente digitale – scrive il Papa – non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani» (corsivo nostro). Lo spazio digitale non è inautentico, alienato, falso o apparente, ma è un’estensione del nostro spazio vitale quotidiano, che richiede «responsabilità e dedizione alla verità». Abitare significa inscrivere i propri significati nello spazio. Ed è proprio questa la sfida: inscrivere i significati e i valori della nostra vita nell’ambiente digitale, e anche capire che cosa la rete ci insegna sul modo di pensare la fede oggi. Siamo chiamati, dunque, a vivere bene sapendo che la Rete è parte del nostro ambiente vitale, e che in essa ormai si sviluppa una parte della nostra capacità di fare esperienza:«sia essa fisica, sia essa digitale», senza fratture o cesure tra le due «realtà», senza schizofrenie.
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