di don Mario Aversano
“Il mio padrone tarda a venire” (Lc 12,39-48)
Il vangelo mette sulla bocca del servo infedele parole di sensata ragionevolezza: è proprio vero, il padrone tarda a venire. Ed è forse la constatazione di questa assenza che suggerisce anche a noi la scelta di alternative al vangelo. “Che io creda oppure no…che cosa cambia?” dice il miscredente (anche quello dentro di noi). Così alcune buone abitudini cedono il passo a prassi meno virtuose, nel tentativo di cavarsela, anche viaggiando basso.
Come fare a “gestire” la delusione che può assalirci quando sentiamo Dio lontano o distratto?
La mancanza di gusto e la tristezza sono tra le malattie che più insidiano la salute della nostra fede.
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