La nuova epoca della comunicazione si serve anche di strumenti tecnici per diffondere, su scala mondiale e in tempo reale, dati, informazioni e notizie. Ciò rappresenta senz’altro un inedito spazio di incontro con le idee e le concezioni di altre culture e di religioni diverse.
Così mons. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, è intervenuto in occasione dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura (10-13 novembre 2012) sul tema “Cultura della comunicazione e nuovi linguaggi”.
I canali mediatici di cui si serve la Chiesa non sono, nella maggior parte dei casi, gli abituali canali delle persone che si
stanno estraniando dalla fede. Uno dei target per noi più importanti, d’età compresa tra i 17 e i 35 anni – i ragazzi e i giovani adulti che, entrando nel mondo del lavoro, cominciano improvvisamente a chiedersi quanto valga la Chiesa per loro – per lo più non leggono i giornali, la domenica non vengono a messa, non si sintonizzano su programmi d’informazione radiofonici o televisivi, né scelgono di navigare sulle nostre homepage. Come vescovo diocesano, nel corso delle tante visite pastorali alle parrocchie o negli incontri con i membri di associazioni e circoli, io vengo naturalmente in contatto con persone di ogni età che, nello spirito del cristianesimo, si organizzano all’interno della Chiesa e perseguono determinati obiettivi. La testimonianza personale resterà sempre l’incontro primario con la fede, con una vita all’insegna della fede e della Chiesa.
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