Commozione e silenzio: la processione del Venerdì Santo a Ceccano conserva quell’elemento straordinario di identificazione popolare che porta ciascuno a pensare che il dolore di quell’uomo crocifisso e di sua madre che stava sotto la croce sono il dolore più umano che c’è, quello che ci accomuna tutti.
Così migliaia di ceccanesi si sono ritrovati in Piazza per vedere la semplice e suggestiva processione con i due simulacri di Gesù crocifisso e dell’Addolorata. E’ stato il parroco di S. Maria a fiume, p, Antonio, a riempire di ulteriori significati l’evento. Ha parlato dei giovani, delle donne, di tutti noi: ai giovani ha chiesto di non rinunciare alla speranza pur se il mondo sembra senza speranza, come per Gesù crocifisso; alle donne, portatrici di grandi dolori, di non cadere nella disperazione ma di aver fede nella forza dell’amore, capace di abbattere le montagne; a tutti noi, un po’ barabba, un po’ briganti, indegni di essere figli del Padre che ci ama, di tornare a casa dalla processione come la foglia di lattuga che viene lavata dall’acqua. Non la trattiene tutta ma le basta quel po’ con cui è venuta a contatto per essere pronta, per essere purificata dalla sporcizia.
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